Viviamo davvero nella società dell’immagine?

Tempo fa alcuni studenti mi riportarono l’affermazione di un collega, che a lezione aveva convintamente affermato: n«viviamo nella società dell’immagine». La mia reazione immediata fu: n«E’ un cliché». C’è una collezione di esempi del contrario: viviamo nella società del trionfo della scrittura. Le mail, gli sms, i blog … In alcuni casi, si tratta di una forma di feticismo: un po’ come i vandali che non si trattengono dal firmare le candide superfici marmoree, l’esistenza stessa di un supporto è la causa del proprio riempimento.
A provarlo, ecco cosa ho letto con orrore sul pacco della carta igienica che compro da anni. Non mi ci ero mai soffermato: quelle scritte nere su plastica trasparente erano solo un modo come un altro di colmare un vuoto, horror vacui, sotto la dicitura la dicitura a caratteri cubitali “CARTAIGIENICA” (come se non si vedesse. Qualcuno teme che la scambi con i fazzoletti).

“La carta igienica x, prodotta con le migliori fibre di cellulosa, oggi è ancora più morbida e confortevole. Infatti grazie all’esclusiva lavorazione, X ti offre una nuova particolare superficie trapuntata con il decoro del tipico ‘orsetto’ che ne esalta la morbidezza e la consistenza”.

Incredibile. Trapuntata. Tipico orsetto! Qualcuno è stato pagato per pubblicare questa prosa breve in centinaia di milioni di copie, un long seller sugli scaffali dei supermercati. Ora sono un po’ inquieto: quanti altri graziosi capoversi mi circonderanno fin dentro casa, pronti a donarmi attimi di sublime nonsenso?

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